Donato Barcaglia (1849 - 1930)

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Atleta (1898-1905), nella Fondazione Cariplo

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Biografia breve di Donato Barcaglia

Donato Barcaglia (Pavia 1849 - Roma 1930) è stato uno scultore italiano del XIX secolo. È nato a Pavia il primo dicembre 1849. Recatosi giovanissimo a Milano, frequentò quell'Accademia di Belle Arti, dove seguì il corso di scultura di Abbondio Sangiorgio; proseguì poi e completò a Roma la sua formazione artistica, divenendo abilissimo e sapiente lavoratore del marmo. Esordì appena diciassettenne esponendo a Brera l'opera "il vendemmiatore" acquistata dalla Società milanese delle belle Arti. Da allora partecipò assiduamente alle più importanti esposizioni d'arte in Italia, in Europa ed in America, con lusinghiero successo. Seguirono le sue opere "La farfalla" di cui furono eseguite numerose riproduzioni; “Prima visita"; "La vergognosa" esposta a Trieste nel 1871, ora nel Civico Museo Revoltella di Trieste; "Le bolle di sapone" gruppo esposto alla Mostra Internazionale di Vienna del 1873 e all'Esposizione di Boston del 1883, e acquistato per il Museo civico della città di Boston per l'allora notevole prezzo di lire 24.000; "L'amore acceca" opera esposta a Firenze nel 1875 e premiata con medaglia d'oro; "La vita che trattiene il tempo", gruppo in marmo dove la tecnica sapiente raggiunge la perfezione, premiato alla Mostra di Filadelfia del 1876 ora presso il Museo Revoltella di Trieste; "Lo svegliarsi dei sensi", "Peri", "Cacicco", "Lo spazzacamino", "La Primavera", opere con cui partecipò nel 1881 all'Esposizione di Milano; "Statua di atleta" premiata con medaglia d'oro alla Mostra di Pietroburgo del 1902. Merita un cenno particolare, per la sua non comune bellezza, il gruppo in marmo "La Primavera": la figura principale alza e stira le braccia e spalanca la bocca in un lungo sbadiglio simboleggiando il risveglio della natura dopo il lungo letargo invernale; la bellezza, rappresentata da una bella e formosa fanciulla ai suoi piedi, dorme ancora profondamente e sul suo viso aleggia un sorriso che lascia arguire i suoi ridenti sogni, mentre Amore, grazioso fanciulletto, le accarezza il bel collo per destarla. Donato Barcaglia eseguì numerose opere funerarie nelle città di Milano, Trieste, Londra e Varsavia. Fra i suoi lavori al Monumentale di Milano occorre ricordare almeno il monumento tombale della famiglia Giulini con “Il Silenzio", la tomba di Natale Zucchi con la bronzea statua di "Ragazza" il sepolcro di Cristina Maestri con la rappresentazione dell'Anima che scende "al Cielo", la tomba di Amalia Visconti Tenconi col pregevole gruppo "Il trasporto dell'anima", il sepolcro della famiglia Dell'Acqua e quello della famiglia Brentini. Nell'anno 1891 espose con ottimo successo alla Mostra Artistica di Brera a Milano il gruppo monumentale funerario "La Fede", simboleggiata da una donna che, a piè di una croce, alimenta una fiamma. Il suo nome è legato, oltre che alle statue di cui si è parlato, accuratamente eseguite, eleganti e talvolta commoventi, al'Ossario nella città di Melegnano, dove sono state ricomposte le salme dei caduti nella battaglia dell'8 giugno 1859, che segnò la sconfitta degli Austriaci rifugiatisi nella cittadina dopo la giornata di Magenta, opera eseguita dal Barcaglia nel 1904. Il monumento è decorato da una serie di sculture che rievocano alcuni episodi del famoso ed eroico combattimento, ed è sormontano da un grandioso gruppo marmoreo rappresentante "il Valore" e "la Pietà". Alla Galleria milanese d'arte moderna vi è il suo ritratto in marmo di Gaetano Sangiorgio. Donato Barcaglia è morto a Roma nell'anno 1930.

FONTE: Gli scultori italiani di V.Vicario

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